Argentina, 24/03/2014 - 
Debiti,
tifosi infuriati come belve, ancora debiti...in una situazione 
del
genere, un qualsiasi club chiuderebbe baracca e burattini o
invocherebbe l'aiuto di qualche mecenate del calcio 
"cash".
Sembra che lo sport,
oggi, vada avanti solo se fa profitti, altrimenti storia 
finita.
Ma
a Santa
Fe,
in Argentina,
a questo non ci stanno. E il Colon,
piccola squadra della 
massima serie nazionale, ha deciso di reagire.
Fino a qualche tempo fa sembrava certo di retrocedere, se non
addirittura di 
scomparire, per il buco nei propri conti che non gli
permetteva di pagare un debito di quasi 600.000
euro
con la 
squadra messicana dell'Atlante
(valsogli una penalizzazione di -6
punti
dalla Fifa)
e gli stipendi 
ai propri giocatori da 7 mesi. Questi hanno
"ammutinato" la partita contro il Rafaela
a novembre e i tifosi hanno 
minacciato squadra e dirigenti. 
Andati
via i nomi piú importanti, la società é ripartita da 
zero con una
cosa formata prevalentemente da giocatori della Primavera o presi
svincolati, guidata da un allenatore che ha 
portato il Colon ad
essere primo in classifica. 15 punti insieme all'Estudiantes
e gioiellini che iniziano a far 
gola a molti club, come l'esterno
Gabriel
Graciani
di soli 20 anni e capocannoniere della 
squadra. 
Una
favola
che si stanco realizzando, quindi, almeno fino a quando la 
carica
positiva del Colon durerà.
Sembra
un paradosso, ma proprio mentre il team che porta il nome dello
storico 
esploratore genovese Colombo
(Colon, in spagnolo) vola in classifica, la storica statua
dell'italiano in città é 
stata rimossa per far spazio a un eroe
della rivolta contro la Spagna.
Come dire: la storia
non si cancella, 
soprattutto se c'é di mezzo il calcio.